sabato 11 settembre 2010

Giulio non se l'è andata a cercare

Francesco Cossiga ci ha recentemente lasciato, ma per fortuna è rimasto Giulio Andreotti a deliziarci con autentiche perle di saggezza. Perché, quando ha affermato che Ambrosoli "se l'è andata a cercare", ha semplicemente sentenziato una triste verità. E lui se ne intende, visto che di gente "che se l'è andata a cercare" il divo Giulio ne ha conosciute diverse, martiri come Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella o Giovanni Falcone; ma anche personalità meno eroiche o sospese in una zona grigia dai contorni spesso poco chiari, come Aldo Moro, oppure autentici criminali proprio come Michele Sindona - mandante dell'omicidio Ambrosoli - il capo mafia Stefano Bontate o il corrotto Craxi.
Andreotti, invece, nel bene e nel male ha sempre saputo come "non cercarsela". E' stato presidente del consiglio del governo di 'solidarietà nazionale' tanto inviso agli USA, ma è riuscito a prenderne opportunamente le distanze senza tradire la fedele obbedienza atlantica e vedersi così la carriera compromessa. La sua definitiva ascesa politica si deve ad accordi con Cosa Nostra, ma quando si è accorto di non poterla controllare a sufficienza non ha ostentato deliri di onnipotenza e si è rassegnato, evitando la fine di Mattarella. E quando nel 1992 proverà la scalata al Quirinale, recepirà il segnale inviato con l'omicidio Lima e la strage di Capaci, rinunciando all'ambizione presidenziale.
Ma il suo capolavoro più grande è stato sicuramente l'atteggiamento con cui ha affrontato i guai giudiziari, che fanno apparire in confronto Craxi un povero dilettante.
Invece di assumere atteggiamenti improntati al "muoia Sansone con tutti i filistei" accusando la sua stessa classe politica e quindi inimicandosela, e invece di rifiutarsi sdegnosamente di sottoporsi a giudizio, ha chiesto di farsi processare sapendo che i media lo avrebbero presentato come un perseguitato, falsando qualsiasi verità processuale sfavorevole.
Una persona del genere non può che compatire il povero Ambrosoli e chi ritiene esistano dei doveri da anteporre a qualsiasi interesse personale, fosse anche la propria sopravvivenza. Sta a noi decidere a chi dei due rendere omaggio.

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