domenica 4 marzo 2012

Il testamento di Tito

Nell'era della società dello spettacolo, di volta volta vari esperti emergono sulla scena mediatica a dispensare le loro verità. Con l'acuirsi della crisi, l'economista Stefano Boeri - tra comparsate in TV, rubriche sui giornali e attività editoriale - sta sicuramente assurgendo a opinion maker: malgrado la stretta osservanza bocconiana, Boeri differisce dal grigiore dei colleghi più anziani - il maestro Monti in testa - l'aspetto perennemente 'giovane' e la bella figura ne fanno una specie di Rutelli dell'Accademia che con voce calda e suadente ci parla di crescita ed equità. L'enfasi sul sussidio ai disoccupati, un fratello vice-sindaco di Milano per il PD e niente meno che un libro per Chiarelettere, la casa editrice de Il Fatto Quotidiano... insomma, se i vari Passera, Fornero e simili rappresentano l'anima un po' autoritaria del Montismo, Boeri ne è sicuramente quella più dinamica e progressista: quella dei liberalizzatori dal volto umano.
L'importante è non leggere troppo approfonditamente ciò che Boeri scrive, altrimenti rischiamo di scoprire una realtà ben diversa. Vediamo ad esempio un paio di estratti dell'ultimo dei suoi contributi scritti per il blog Lavoce.info, intitolato I prossimi cento giorni del governo Monti.

"Abbondano i bilanci sui primi cento giorni del governo Monti. Molti giornali pubblicano pagelle del governo e dei singoli ministri. Noi siamo abituati a utilizzare i voti per le cose serie, per valutare i nostri studenti nel quadro di esami ben più approfonditi di quelli che ci capita di leggere in questi giorni un po’ dappertutto... Peraltro, il voto più importante sull’operato del governo sin qui è quello offerto dai mercati".

Già i mercati... cioé quelle entità astratte che, insieme ad altre cricche più o meno eterodirette, hanno deciso che Monti in Italia e Papademos in Grecia dovessero soppiantare i governi democraticamente eletti. Questi mercanti giustamente - e non il popolo italiano, tanto per dirne una - sono i veri elettori di riferimento del governo tecnico. Chissà se tra le 'riforme a costo zero' di cui parla Boeri c'è anche una modifica dell'articolo 1 comma secondo della Costituzione, magari trasformandolo in "La sovranità appartiene ai mercati che l'esercitano un po' come gli gira".
Mi si obietterà che aver estrapolato una frase del genere dal contesto non vuol dire nulla, che dimostra solo prevenzione. Allora prendiamo un secondo estratto del pezzo di Boeri, questa volta molto più esplicito:

"Dovrà sapere passare dalla gestione dell’emergenza al governo di ciò che è davvero importante, vale a dire alla capacità di decidere su ciò che può aumentare il tasso di crescita economica del nostro paese. Ha un’opportunità unica di fare alcune riforme fondamentali per agire sull’offerta in un momento in cui non ci si può certo basare su stimoli dal lato della domanda per tornare a crescere. Come nel 1992-3, l’emergenza economica e la crisi dei partiti hanno aperto uno spiraglio che non bisogna farsi sfuggire per riforme davvero incisive. Si può intervenire sugli ingranaggi che ci hanno relegato in uno “stato stagnazionario” (stazionario nella stagnazione) da ormai troppo tempo. A partire dai due terreni sin qui prescelti dal governo per rilanciare la crescita: la riforma del mercato del lavoro e le liberalizzazioni. La prima dovrà forzatamente affrontare i percorsi di ingresso nel mercato del lavoro a tutte le età, dato che il dualismo è ciò che oggi frena maggiormente la crescita della produttività del lavoro. Le liberalizzazioni non devono essere assolutamente diluite, come sembra purtroppo stia avvenendo, nel passaggio parlamentare".

Sveglia ragazzi! Non saremo mica sempre così fortunati da aver in Parlamento partiti che non rappresentano nessuno e parlamentari totalmente incapaci e/o corrotti! Potrebbe arrivare qualcuno con un mandato realmente popolare, che potrebbe addirittura assecondare la volontà di quelle greggi di pecore che, quando non pensano al calcio o non guardano la TV sono talmente arroganti da credere di sapere che cosa sia giusto per loro, senza neanche essersi laureati alla Bocconi! Dateci dentro e cercate di sopportare queste inutili lungaggini, e poco importa se nessuno è d'accordo con il vostro Verbo, imponetelo lo stesso senza mediazioni di alcun tipo: saremo mica in democrazia!

Per non essere troppo fazioso, è giusto controbilanciare le mie critiche presentando la parte finale del post di Boeri:

"Per questo valuteremo senza dare voti, ma se possibile con ancora maggiore attenzione i prossimi cento giornidi questo governo. Lo incalzeremo come sempre abbiamo fatto per vedere se e in che misura riforma il mercato del lavoro, difende le liberalizzazioni che ha varato e ne estende la portata. Non smetteremo di proporre anche altri interventi sin qui del tutto estranei all’agenda di governo, come la riduzione della tassazione sul lavoro, a parità di gettito. E gli chiederemo di rispettare le scadenze che si è già dato".

Parola di Tito, il guardiano del Montismo.

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