lunedì 8 luglio 2013

Detto e non detto

Dai gesti simbolici, proprio perché tali, non bisogna attendersi rivoluzioni epocali, il che non significa che non siano importanti. Papa Francesco dal primissimo momento del suo pontificato ne ha fatto tantissimi, cosa che ha diviso l'opinione pubblica tra chi vede in lui un riformatore spirituale epocale o un'intelligente foglia di fico sugli interessi economici del Vaticano.
Di tutti i gesti, la presenza fisica a Lampedusa, un luogo davvero dimenticato da Dio, è sicuramente il più rilevante. Non produrrà effetti concreti e forse non smuoverà più di tanto le coscienze che contano, ma se non altro ha portato sollievo e conforto, almeno per il momento.
Ovviamente, quando Bergoglio dice "Sono qui per risvegliare le coscienze. No alla globalizzazione dell'indifferenza. Mai più morti in mare", il rischio è che il pontefice si strumentalizzi da solo. Perché staccare due temi indissolubilmente legati - migrazioni dei disperati e globalizzazione neoliberista - significa più o meno involontariamente legittimare il sistema produttore di disumanità e ingiustizia; lo stesso vale gli appelli del presidente della Camera Boldrini a "rafforzare il soccorso in mare" e a "riaffermare i valori universali". Difficilmente un sistema di sfruttamento può ammettere una migrazione dal volto umano, sempre ammesso che lo sradicamento di interi popoli per capricci finanziari lo possa mai consentire
Sia Bergoglio che la Boldrini devono dimostrare con i fatti di non essere semplicemente il rovescio della medaglia dei siluramenti dei barconi di Borghezio. Anzi, se si condive l'attuale sistema economico-politico globale - quello che i mass media fanno filtrare attraverso slogan come 'concorrenza' e 'libertà dei mercati' - la proposta del leghista è sicuramente più coerente, una soluzione disumana per un problema disumano.
Il Vaticano di Francesco e lo Stato della Boldrini sono alleati e complici di gran parte dei potentati che producono quelle situazioni che fanno di Lampedusa una gigantesca metastasi sociale. La denuncia di un crimine, per quanto sincera e appassionata, è poca cosa se non comprende anche i suoi per nulla misteriosi responsabili. Forse per i vari pontefici e statisti è arrivato il momento di dire tutto, o tacere per sempre.

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