martedì 5 maggio 2015

Ave Matteo, rottamatori te salutant

Scrive dalle pagine dell'Huffington Post Italia Marco Gray (presidente dei giovani imprenditori di Confindustria) per sostenere l'Italicum:

"L'Italicum forse non è perfetto, ma è stato pensato, discusso, modificato, votato, ridiscusso e rivotato per 14 mesi. In 14 mesi il prezzo del petrolio si è dimezzato e gli USA hanno quasi raggiunto l'indipendenza energetica, Alitalia è stata venduta agli Emirati Arabi e la Fiat ha trasferito la propria sede ad Amsterdam, la Cina è il primo Paese per PIL con più di 17mila miliardi di dollari; in Italia, un giovane uno su due è diventato disoccupato".

Ora che l'Italicum è legge dello Stato, Gray (insieme a Renzi e a tutta la sua cricca) sarà alquanto soddisfatto, io invece sono terrorizzato all'idea di aver consegnato un potere quasi assoluto a persone che, come il 'giovane imprenditore', si fanno allettare dalle false promesse del fracking, vedono la Cina come un esempio da imitare, ritengono che l'automibile debba essere un elemento centrale della politica industriale anche per il futuro. 
Almeno però, pensano in molti, una volta finita la discussione sulla legge elettorale, governo e parlamento potranno finalmente occuparsi delle questioni 'serie'. Una militante del PD siciliano mia amica su Facebook scrive stamattina dal suo profilo, commentando l'approvazione dell'Italicum:

"Comprendo i dubbi e in parte li condivido, e' altrettanto vero che difficilmente possa realizzarsi una riforma "ideale", tutto è perfettibile certo ; e' più realista pretendere che i politici SVOLGANO IL LORO LAVORO SERIAMENTE ! Il contesto adesso è questo! ci occupiamo del lavoro finalmente?"

 Quello che sembra sfuggire, a lei come a molti militanti del PD, è che il governo Renzi si è già abbondantemente occupato lavoro varando il Jobs Act. Idee un po' confuse da parte di qualcuno?
Anche i più grandi detrattori del capo del governo - e il sottoscritto si iscrive senza riserva a questo partito di 'gufi' - non possono fare a meno di riconoscere due fatti inequivocabili:

- la segreteria di Renzi è di quelle che lascerà un 'prima' e un 'dopo' ben definiti all'interno del PD. I vari bersaniani, dalemiani, cuperliani, rosibindettiani, lettiani, 'minoranza dem' ecc. che pensano di poterlo scalzare non possono illudersi di operare qualche ipotetica restaurazione, anche perché il PD fin dalle origini è stato null'altro che un brand, una scatola vuota. E diciamoci la verità:  Matteo Renzi ha fatto gran parte di quel lavoro 'sporco' - in particolare in materia di lavoro - che loro non sono mai stati capaci di potare a termine;
- Renzi, dopo la vittoria alle primarie, ha sempre parlato abbastanza chiaro riguardo alle sue idee in materia di lavoro, ammettendo candidamente di riconoscersi nei vari Ichino, Zingales, Marchionne e Davide Serra di turno. Ha riferito a Obama il suo intento di trasformare il Partito Socialista Europeo in 'Democratico' per rottamare per sempre qualsiasi riferimento alla socialdemocrazia. 

Renzi insomma è quello che è, ma ha le idee molto chiare e si fa pochi scrupoli per metterle in pratica: sono altri nel PD, a vario titolo, a dover finalmente prendere una posizione netta, inequivocabile e soprattutto coerente con quello che - volenti o nolenti - è diventato il loro partito.

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