domenica 29 agosto 2010

Il prezzo da pagare

L'Italia si conferma ancora l'unico paese occidentale - o forse proprio l'unico paese in generale - a consentire a Muhammar Gheddafi di dare spettacolo sul territorio nazionale. E anche i peggiori detrattori del leader libico devono ammettere che, per essere un criminale, è davvero un istrione senza pari.
Si direbbe proprio che, quando si trova in visita in Italia, le provi tutte per vedere fin dove può tirare la corda: l'altra volta si presentò con la foto dell'eroe anti-italiani in bella vista sull'uniforme, poi disertò una conferenza organizzata dalla Camera dei deputati; questa volta invece, pur non essendo stato mai un mussulmano particolarmente accanito, ha propugnato l'Islam come religione europea. In entrambi le circostanze ha richiesto che le sue forze speciali (le famose amazzoni) presidiassero l'aereoporto di Fiumicino, in totale spregio della nostra sovranità militare.
Ma questo è il prezzo da pagare, come spiegano candidamente da Palazzo Chigi: "Le commesse che il governo ha concordato con i libici hanno aiutato le imprese italiane a fronteggiare la crisi. Gli italiani questo lo capiscono benissimo". Chi di noi in fondo non ha visto la propria carriera professionale salvata da Gheddafi?
E poi c'è l'altro pezzo di verità, ossia il gioco sporco che la Libia ricopre nel contenimento dell'emigrazione africana, sufficiente per tenere a bada la furia xenofoba leghista.
Per tutte queste ragioni bisogna tacere e sopportare, perché lo impone la realpolitik, ma almeno si potrebbe evitare l'ipocrisia. Ad esempio, il 27 gennaio si potrebbe modificare la celebrazione del Giorno della Memoria, e spiegare le ragioni per cui un capo di stato notoriamente antisemita nelle parole e nei fatti può diventare un alleato accettabile. Le stesse istituzioni ebraiche potrebbero chiarire perchè si dimostrano tanto zelanti quando qualche idiota brucia una bandiera o blatera a vanvera sul sionismo e invece sono piuttosto freddine quando viene accolto con tutti gli onori un sincero nemico di Israele e dell'ebraismo.
Non occorrono invece spiegazioni riguardo al dileggio delle donne provocato da questi show, perchè in Italia si fa ben poco per nascondere maschilismo e misoginia.
Certo se Gheddafi non esistesse bisognerebbe inventarlo, essendo una specie di genietto maligno che incarna la nostra cattiva coscienza, costringendoci a mandar giù rospi che un dittatore più sobrio ci risparmierebbe. Abbiamo voluto la bicicletta? Magari, abbiamo preferito invece fare affari (soprattutto in petrolio per le nostre automonili) e reprimere brutalmente quei movimenti migratori che noi stessi imponiamo con la nostra visione economica e politica mondiali. Se tornassimo indietro e scegliessimo la bicletta, potremmo liberarci non solo dell'invadente presenza di Gheddafi ma anche di quella di altre folkloristiche figure di casa nostra.

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