lunedì 26 maggio 2014

Cronache dall'Oltrevoto

RISULTATI ELETTORALI EUROPEE 2014*-DATI MISURATI IN BASE AGLI AVENTI DIRITTO AL VOTO

  
Astensione                41,3%       

PD                             23,9%

M5S                          12,3%

Forza Italia                9,8%

Lega Nord                  3,6%

NCD-UDC                 2,5%

Lista Tzipras              2,2%

Fratelli d'Italia           2,0%


CONFRONTO RENZI/ALTRI LEADER*

PCI Politiche 1976 (Berlinguer) 12.614.650 voti 


PD Politiche 2008 (Veltroni)      12.092.998 voti

Ulivo Politiche 2006 (Prodi)         11.930.983 voti

PD Europee  2014  (Renzi)           11.201.458  voti

PD Politiche 2013 (Bersani)           8.644.533  voti

 *Il dato sulle elezioni politiche è stato ricavato dalle votazioni alla camera dei deputati. 

Il dato politico più  rilevante della tornata italiana delle elezioni europee è sicuramente l'aumento dell'astensione: era stata il 24,7% alle analoghe consultazioni del 2009, adesso è quasi raddoppiata. Matteo Renzi è riuscito a risollevare il PD di 5 punti percentuali rispetto alla guida di Bersani, ma il 'rottamatore' deve riconoscere la superiorità di molti 'rottamati' illustri: non solo Romano Prodi, ma anche il grande sconfitto del 2008, Walter Veltroni. Siccome in questi giorni si è polemizzato molto sulla figura di Enrico Berlinguer, può essere utile evidenziare che il miglior risultato elettorale del suo PCI supera di quasi un milione e mezzo di voti quello dell'attuale premier.
Il grande sconfitto è il M5S - dimezza i voti - che probabilmente paga una certa autoreferenzialità che ha segnato la formazione dopo il buon risultato delle politiche: forse sarebbe meglio passare a #benecomune e mettere da parte #vinciamonoi, #noioloro, #democraziacongentechecliccadacasaenonconpersoneincarneeossachesiconfrontano.
Dando uno sguardo d'insieme, sembra che gli italiani che credono nel 'sistema politico', cioé nella rappresentatività elettorale con delega in bianco che caretterizza i giorni nostri - quella che dovrebbe essere suggellatta definitivamente dal bipolarismo forzato dell'Italicum, i premi di maggioranza e il monocameralismo - siano circa il 25%, ossia la somma tra PD e NCD-UDC, i due schieramenti che stanno portando avanti convintamente il percorso di riforma costituzionale. Segnaliamo che, anche aggiungendo il dato di Forza Italia, questi tre partiti mettono insieme meno del 30% dei consensi degli italiani, per cui non possono farsi portatori di un sentimento diffuso tra la popolazione per quanto riguarda le modifiche alla legge fondamentale della Repubblica.
Il voto per le altre formazioni - M5S, Forza Italia, Lega, Tzipras, Fratelli d'Italia - con tutte le differenze (anche enormi) del caso, indica un dato comune: la volontà di non piegarsi a quello che qualcuno vorrebbe come nuovo status quo. I primi a congratularsi con Renzi sono stati le borse e i mercati - cioé le maggiori banche d'affari del pianeta - che hanno fatto sentire il loro sostegno al governo mandando a picco lo spread: evidentemente si aspettano che l'attuale esecutivo porti avanti manovre a loro particolarmente care, in particolare privatizzazioni, pareggio di bilancio, indebolimento della legislazione sul lavoro. 
Resta da capire per il futuro se almeno una parte dell'astensione e degli elettori delle altre formazioni politiche riusciranno a dare vita a iniziative capace di contrastare quello che si profila come un evidente progetto di una minoranza. 

 



     





 

 


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