domenica 11 maggio 2014

Riflessioni a freddo

Oggi voglio parlare del caso di Caterina Simonsen, la studentessa di veterinaria afflitta da gravi malattie genetiche che un paio di mesi fa dichiarò con un video su Facebook il suo parere favorevole ai test sugli animali, a suo giudizio fondamentali nel salvarle la vita; un commento che aprì la classica polemica mediatica una tantum, presto degenerata dalla speculazione lobbystica e indegne minacce di morte alla ragazza.
Ho volutamente aspettato così tanto tempo per non contribuire nell'isteria mediatica e soprattutto perché il tema è quanto mai serio, e merita di essere affrontato anche quando il clamore si è spento, come del resto fanno alcuni gruppi impegnati pro o contro la sperimentazione e la vivisezione.
Personalmente sono solo felice che persone come la Simonsen, malgrado i gravi problemi sanitari, siano vive e abbiano prospettive di una vita migliore, anche se ciò è avviene attraverso medicinali testati su animali, prodotti attraverso processi altamente inquinanti o la biopirateria di paesi in via di sviluppo. Se non proviamo compassione e solidarietà per i nostri stessi simili, non possiamo averne per gli animali o l'ambiente, anche l'antispecismo deve mantenere un'ultima soglia di distinzione a favore degli esseri umani. Tuttavia, discorso diverso è quello che fa Simonsen nei video, che parlando di 'animali sacrificati per la vera ricerca' e delle necessità di proseguire sulla strada della sperimentazione animale ne fa una vera e propria apologia.
Milioni di persone vengono salvate nel mondo dalla rapidità delle ambulanze, tuttavia nessuna credo abbia mai pensato di fare apologia dell'effetto serra per il fatto che un motore a scoppio inquinante sia dotato di una potenza impensabile per un propulsore elettrico. La sperimentazione animale, al di là dei suoi limiti scientifici (consiglio la visione di questo video al riguardo), dovrebbe essere vista in quest'ottica, quella del suo progressivo superamento. 
L'ideologia per cui la natura è uno strumento al servizio dell'uomo si è rivelata un boomerang fatale per l'umanità, così come "il fine giustifica i mezzi". Prenderne definitivamente atto può fare soltanto bene alla ricerca e alla società in genere.

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