venerdì 17 ottobre 2014

Non solo Genova

Così come non si dovrebbe giudicare i libri dalle copertine,  allo stesso modo non si dovrebbero giudicare i talk show senza averli visti integralmente in televisione, per quanto la loro dignità sia nettamente inferiore a quella dei libri. Tuttavia, oramai sono troppo vecchio e il mio fegato troppo logoro per sopportare due ore di Servizio Pubblico, per cui giudico la puntata di giovedì scorso dagli spezzoni disponibili on line sul sito della trasmissione. Sinceramente, non credo di essermi perso troppo per quanto riguarda i pezzi ritenuti non meritevoli di condivisione in Rete.
Sintetizzando, la trasmissione è vissuta su questi momenti principali: il 'giustizialista' Travaglio contro il ceto politico genovese, l'ex sindaco ed ex ministro Burlando a sua difesa, Villaggio contro i suoi (ex) concittadini e infine Maurizio Corona, che ha cercato di ricondurre il discorso dalle responsabilità individuali alle cause scatenanti: le caratteristiche fisiche dell'acqua e la necessità di darle lo sfogo necessario per evitare il dissesto geologico. 
In questo dibattito eterogeneo, se si eccettua l'intervento di buon senso di Corona, tutti hanno avuto torti e ragioni, anche se non nelle medesime proporzioni.
Travaglio ha perfettamente ragione nel puntare il dito contro le amministrazioni cittadine, condivido inoltre le ragioni che lo hanno portato ad abbandonare lo studio - il concetto di 'libero dibattito' di Santoro, spesso, è abbastanza distorto. Le repliche di Burlando contro gli atti di accusa del giornalista torinese sono stati abbastanza patetici.
Villaggio, che quando non recita nei telefilm diventa una figura a metà tra un filosofo cinico e Catone il Censore, avrebbe potuto correggere il tiro delle affermazioni di Travaglio, ma ha proferito un'invettiva contro gli 'angeli del fango' e i genovesi in generale più teatrale che di sostanza. E' vero che Genova rappresenta il lato oscuro di un modello di sviluppo largamente condiviso dai cittadini, con poche eccezioni, da questo punto di vista i politici hanno messo in pratica (certamente degenerandola, anche per interesse personale) una volontà popolare, che però non è prerogativa del popolo di Genova, bensì di tutto il mondo industrializzato. Il capoluogo ligure è l'esemplificazione locale di un problema drammaticamente globale, la città non può essere semplicemente 'ricostruita' ma va 'risistemata'. Come ha ben detto Corona, alcuni edifici e alcuni tombamenti di fiumi andranno inevitabilmente distrutti per consentire uno scolo delle acque accettabile.
Travaglio e Villagio si concentrano sulle conseguenze, con i loro meriti. Ma è arrivato il momento di concetrarsi una volta per tutte sulle cause, quelle vere e profonde. Non solo per Genova

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