martedì 1 maggio 2012
Tutto il Grillo che canta
Quando i media ti vogliono distruggere usano sostanzialmente due tattiche: o ti ignorano completamente oppure passano al setaccio tutto quello che fai e che dici per cercare il motivo di scandalo. Con Beppe Grillo sicuramente sono passati alla fase 2.
Intendiamoci: Grillo sembra fare di tutto per soddisfare i suoi detrattori, imbarcandosi in una pericolosa dichiarazione a Palermo dove lo Stato viene dichiarato peggiore della Mafia perché questa almeno non strangolerebbe le proprie vittime. Non soltanto è falso - come ha ricordato giustamente la vedova di Libero Grassi - ma è anche pericoloso perché la Mafia vive di messaggi in codice e può facilmente fraintendere certi sottesi: e il M5S è giovane e poco radicato, quindi facilmente a rischio di infiltrazioni.
Ma c'è un altro modo di declassare il fenomeno Grillo/M5S, ossia quello di celebrare anticipatamente un grosso successo - ieri a Otto e Mezzo la Gruber ha presentato Grillo come il trionfatore delle prossime Amministrative o qualcosa del genere - sproporzionato rispetto alle attese credibili, con il risultato a giochi fatti di far sembrare deludente un risultato positivo, che potrebbe attestarsi sul 6-7%.
Ma possiamo credere che Beppe Grillo, il più travolgente one man show italiano, davvero non si renda conto di questi rischi? Davvero, ora che ha voltato le spalle anche agli ex amici (Santoro, Fatto Quotidiano) pensa davvero che il modo migliore per spingere il M5S sia quello di far parlare di sé fino ad oscurare le ragioni del proprio movimento? Non lo sapremo mai con certezza. Di sicuro Grillo prosegue la tattica bianco-nero improntata al 'con me o contro di me'. E quanto affermò alcuni anni fa Maurizio Pallante, rinunciando alla candidatura a presidente della regione Piemonte il M5S, suona fortemente profetico:
"I meriti di Beppe sono enormi, io lo stimo e lo apprezzo moltissimo. Beppe ha fatto e sta facendo qualcosa di eccezionale nel panorama del nostro paese... È diventato, penso oltre le sue aspettative, il referente politico di attese, speranze, desideri di pulizia e di riscatto. Ma la struttura a cui ha dato vita, pur essendo stata adeguata al compito di far irrompere queste tematiche in strati molto vasti dell’opinione pubblica italiana, non mi sembra adeguata alla fase successiva: il faticoso cammino di una progettualità capace di disegnare un mondo diverso... Troppi ne restano fuori. A qualcuno mi sembra che sia anche stata chiusa la porta. Forse per buone ragioni, ma non è stato possibile discuterle".
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