"Persona assai equivoca, di modesto spessore culturale, che probabilmente sara' strumentalizzata da qualcuno"; così il Procurarore Generale di Caltanissetta Giuseppe Barcellona ha liquidato Massimo Ciancimino, figlio del più famoso Vito, andreottiano convinto e mafioso conclamato. Siccome fin dall'infanzia Ciancimino jr ha respirato l'aria di Cosa Nostra, non c'è da stupirsi che questi abbia letto in quelle esternazioni più di un semplice giudizio di valore, e che ora tema per la sua vita, così come i sostituti di Barcellona che lavorano sulle dichiarazioni di Ciancimino avranno sicuramente fiutato aria di guai.
A più di 15 anni dalla morte di Falcone e Borsellino e dalle stragi di Roma, Firenze e e Milano, la verità su quella sciagurata trattativa tra Stato e Cosa Nostra (con Ciancimino padre nel ruolo di intermediario con Riina e Provenzano) sembra essere sempre più vicina, e non si sa fino a quando l'attuale vicepresidente del CSM Nicola Mancino, all'epoca ministro degli interni, potrà negare di essersi incontrato con Paolo Borsellino pochi giorni prima che il magistrato venisse ucciso con il tritolo in Via d'Amelio. L'Italia è pronta a ricevere questa scomoda verità che farà luce sulla nascita di questa sconclusionata seconda repubblica? Probabilmente no, a giudicare dal degrado morale in cui si è caduti, ma si tratta di un passo obbligato che forse sarà utile per generazioni future, che magari vivranno in un'Italia migliore di questa dove si senta almeno un pochino del 'fresco profumo di libertà' invocato da Paolo Borsellino, una società dove magari Vittorio Mangano non sarà ricordato come un eroe e dove chi lo considera tale non viene osannato e appaludito.
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