In questi giorni si sono levate molte voci preoccupate sul fatto che i consumi dell'Italia sarebbero regrediti a quelli degli anni Settanta o Ottanta: sul suo blog su Il Fatto Quotidiano, Stefano Feltri - quello che qualche giorni fa definiva la decrescita un progetto totalitario - parla di 'recessione peggiore', anche perché si assisterebbe a una riduzione abbastanza significativa (intorno al 3%) dei consumi alimentari.
Per quanto il fenomeno non vada sottovalutato, occorre seriamente riflettere su dati proposti prima di iniziare la solita lagna greca. Cosa vuol dire ad esempio tornare ai consumi di trent'anni fa? In quel periodo l'Italia viveva una condizione di povertà generalizzata e di denutrizione? Non risulta sia così, anzi. L'Italia era reduce da una serie di conquiste nel campo dei diritti civili e del lavoro, con queste ultime che oggi vengono accusate di ostacolare la crescita tanto desiderata dagli idolatri del PIL come Feltri. Ma il popolo italiano, malgrado gravi sacche di povertà, ha realmente bisogno di 'cose'?
Se i generi alimentari diminuiscono, un recente studio di EBay segnala che nel nostro paese si spendono circa 2 miliardi di euro all'anno per apparecchiature high tech, con un aumento del 20% all'anno; secondo un sondaggio condotto da Cbs Outdoor-Europe on the Move, il 99% degli Italiani possiede almeno un telefono cellulare (record europeo ma probabilmente mondiale), quindi lo possiede anche il 3,6% di Italiani che secondo l'ISTAT vive in condizioni di povertà assoluta; e siamo tra i maggiori acquirenti di Smartphone e Tablet.
Allora viene da pensare che quello che manca forse sono le certezze che ancora nei famigerati anni Settanta e Ottanta erano la regola, come la sicurezza del posto di lavoro oggi inficiata dal dramma della precarietà. E per vivere in uno stato di minor incertezza forse bisognerebbe ridurre e non aumentare la produzione cercando di competere con la manodopera delle nazioni emergenti, ridistribuendo e riducendo l'orario di lavoro. La hybris consumista può solo farci sempre più poveri.
Nessun commento:
Posta un commento