In queste ore drammatiche in cui il monarca (assoluto) Re Giorgio ha sospeso la costituzione e la democrazia di questo paese, non riesco a trattenermi dal parlare della sortita del Fonzie degl XXI secolo, Matteo Renzi, ad Amici di Maria di Filippo. Ovviamente il sindaco di Firenze trombato alle primarie del PD - ma per qualche strana ragione universalmente annoverato tra i vincitori morali delle elezioni - voleva dimostrare che la Sinistra che lui incarna ha perso ogni residuo di puzza sotto il naso per abbracciare senza remore la televisione e convertirsi al credo nazional-popolare berlusconiano.
Se proprio voleva andare in televisione, non poteva scegliere programma peggiore di Amici, vera e propria fabbrica delle illusioni arcoriana; però forse rappresenta al meglio la società 'del merito e del talento' che ha in mente Renzi. Amici è un talent show dove protagoniste indiscusse non sono danza e musica, bensì le polemiche tra i concorrenti - poco più che adolescenti che non sono riusciti a sfondare con mezzi 'convenzionali' - e tra concorrenti e giudici; dove gli autori del programma mostrano video girati di nascosto per mettere i ragazzi l'uno contro l'altro, dove a sedere in studio a sputare sentenze sono persone (tronisti?) con la lingua lunga e nulla conoscenza in fatto di arte. E alla fine il televoto domestico, che premia non la bravura ma il proprio idolo personale, come se si chiedesse a un tifoso di calcio di scegliere quale squadra a suo giudizio dovrebbe aggiudicarsi la partita.
Del resto Renzi si sarebbe trovato bene ad Amici: non particolarmente capace nelle arti, sarebbe riuscito a compensare con la verve polemica, il 'paraculismo' e soprattutto con la capacità di apparire sempre vincente. E , a uno che gli avesse detto "Non so se voi vincerete o perderete, magari perderete la battaglia. Ma non perderete la faccia, che è la cosa più importante", il nostro 'amico' avrebbe rifilato un "vaffanculo" talmente veloce e potente da battere qualsiasi primato grillino.
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