A due giorni dall'attentato di Boston, ancora si sa molto poco sui mandanti, sebbene la tecnologia rudimentale di uno degli ordigni (una pentola a pressione adattata) e l'assenza di rivendicazioni faccia pensare a una pista interna e non al terrorismo internazionale.
In ogni caso, qualunque motivazione ci sia dietro, fosse anche il gesto fine a se stesso di uno squilibrato - in stile Unabomber - gli attentati terroristici hanno sempre una valenza politica, e noi italiani, con una lunga storia di stragismo alle spalle, lo sappiamo bene e non solo perché dietro spesso e volentieri attentati si aggiravano organi dello Stato più o meno 'deviati'.
Un attentato terroristico, specialmente se compiuto in un contesto come quello di Boston, in una manifestazione sportiva estranea a qualsiasi considerazione politica o di business, fa sempre sorgere il dubbio che non sia possibile vivere in una società libera e pacifica, resuscitando l'idea hobbesiana della logica ancestrale dell'homo homini lupus, dove è necessario un controllo centrale ferreo e rigoroso che assicuri la difesa dei cittadini, anche a scapito della loro libertà.
L'attentato è il momento in cui bisogna 'abbassare i toni' e creare un 'clima di unità', 'concordia' e 'condivisione' ben oltre i limiti suggeriti dal buon senso; è il momento in cui bisogna obbedire ciecamente a gente inetta e criminale come George W.Bush "perché è il comandante in capo", come ripeteva solennemente Al Gore dopo gli attentati alle Torri Gemelle. Ed è anche il momento, come suggeriva un video-editoriale del Corriere subito lo scoppio delle bombe, in cui si deve "cambiare l'agenda del governo", senza ancora sapere nulla sugli attentatori o quasi dando per scontato che le forze di polizia abbiano agito con negligenza.O quasi non sapendo che il 'cambiamento' è proprio ciò che si propongono i terroristi.
Il movimento Occupy Boston, pur rendendo ovviamente omaggio alle vittime e partecipando alle veglie commemorative, ha deciso di proseguire nell'azione di protesta e domani eseguirà un'occupazione a Cambridge, cittadina dell'area metropolitana di Boston. Si tratta di una scelta non solo coraggiosa, ma anche estremamente saggia, il modo migliore di tutelare la libertà contro qualsiasi calcolo politico o lucida follia che possa essere all'origine delle bombe.
PS: ai funerali solenni di Margareth Thatcher, il premier britannico Cameron ha dichiarato che "siamo tutti thachteriani"; pensando alla classe politica occidentale, non si può che dargli ragione. Per fortuna però esistono ancora persone libere che vogliono dare una speranza a questo povero e scalcinato mondo, rimettendo a posto le macerie provocate dalla Lady di ferro e i suoi accoliti.
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