Esiste un motivo per cui degli Stati capaci di chiedere ai propri funzionari di compiere atrocità terribili, anche pubblicamente, chiedono la testa di ministri che commettono leggerezze quali non pagare i contributi alla governante e simili. Lo Stato-nazione, contrariamente ai tanti che ritengono la sua esistenza 'naturale' e 'atavica', è in realtà un misto di utopia e di coercizione, essendo l'unica forma di associazione umana obbligatoria. Hobbes, Locke e Rousseau hanno legittimato la sua esistenza parlando di un misterioso 'contratto di sociale' di cui nessuno ha mai trovato traccia, e che comunque non potrebbe impegnare in eterno anche le generazioni future del tutto ignare di questo accordo.
Lo Stato-nazione si fonda sull'idea per cui i membri dell'entità statale non solo riconoscono tra di loro una comunanza culturale, ma pensano che questa abbia anche risvolti politici ed economici: per tale ragione, gli abitanti di Corsica e Sardegna ad esempio devono sentirsi separati tra loro - per quanto le coste delle due isole siano visibili a occhio nudo - e provare invece una comunanza con Parigi e Roma.
Se viene meno questa credenza, crolla di colpo tutta l'impalcatura ideologica di legittimazione. Succede come a un cristiamo che, da un giorno all'altro, smettesse di credere in Dio: Papa, cardinali, vescovi, Vaticano ecc. che prima avevano un significato profondo, diventerebbero solo inutili e costosi orpelli burocratici. Né più né meno accadrebbe per Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo e quant'altro.
Quando i politici dimostrano 'senso dello Stato' dimettendosi in seguito a scandali ed errori, di fatto compiono un'importante opera di propaganda, che a poco che fare con l'etica. Il famoso caso Watergate, che vide implicato Richard Nixon, non fa eccezione: rispetto ai crimini commessi - basti pensare all'eliminazione anche fisica di dissidenti politici attraverso il programma segreto COINTELPRO o i bombardamenti del Laos e della Cambogia - aver piazzato qualche cimice nei locali di una convention dei Democratici è come fare un piccolo taccheggio al supermercato.
Per tornare alla cronaca degli scandali recenti, è evidente che ad Alfano, Berlusconi e al PDL in generale frega poco dello Stato, sono evidentemente altre le loro priorità. Eppure, come Napolitano sicuramente saprà, stanno tutti pericolosamente giocando con il fuoco. Non è ideale provocare una popolazione spremuta sempre di più dalle tasse e dai tagli, che vede il proprio voto elettorale distorto in nome dell'obbedienza a potentati sovrannazionali, e a cui una casta privilegiata senza pudore di rinunce impone arrogantemente sacrifici. Non siamo alla vigilia della Rivoluzione francese, ma un profondo senso di disgusto e indignazione cova già da tempo, e nessuno può sapere che forme può prendere.
Lo Stato-nazione si fonda sull'idea per cui i membri dell'entità statale non solo riconoscono tra di loro una comunanza culturale, ma pensano che questa abbia anche risvolti politici ed economici: per tale ragione, gli abitanti di Corsica e Sardegna ad esempio devono sentirsi separati tra loro - per quanto le coste delle due isole siano visibili a occhio nudo - e provare invece una comunanza con Parigi e Roma.
Se viene meno questa credenza, crolla di colpo tutta l'impalcatura ideologica di legittimazione. Succede come a un cristiamo che, da un giorno all'altro, smettesse di credere in Dio: Papa, cardinali, vescovi, Vaticano ecc. che prima avevano un significato profondo, diventerebbero solo inutili e costosi orpelli burocratici. Né più né meno accadrebbe per Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo e quant'altro.
Quando i politici dimostrano 'senso dello Stato' dimettendosi in seguito a scandali ed errori, di fatto compiono un'importante opera di propaganda, che a poco che fare con l'etica. Il famoso caso Watergate, che vide implicato Richard Nixon, non fa eccezione: rispetto ai crimini commessi - basti pensare all'eliminazione anche fisica di dissidenti politici attraverso il programma segreto COINTELPRO o i bombardamenti del Laos e della Cambogia - aver piazzato qualche cimice nei locali di una convention dei Democratici è come fare un piccolo taccheggio al supermercato.
Per tornare alla cronaca degli scandali recenti, è evidente che ad Alfano, Berlusconi e al PDL in generale frega poco dello Stato, sono evidentemente altre le loro priorità. Eppure, come Napolitano sicuramente saprà, stanno tutti pericolosamente giocando con il fuoco. Non è ideale provocare una popolazione spremuta sempre di più dalle tasse e dai tagli, che vede il proprio voto elettorale distorto in nome dell'obbedienza a potentati sovrannazionali, e a cui una casta privilegiata senza pudore di rinunce impone arrogantemente sacrifici. Non siamo alla vigilia della Rivoluzione francese, ma un profondo senso di disgusto e indignazione cova già da tempo, e nessuno può sapere che forme può prendere.
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