Ancora una volta ci vediamo costretti a dare ragione agli integralisti cattolici: i cristiani sono effettivamente perseguitati nel mondo, persino nei paesi occidentali, e in taluni casi addirittura subiscono delle offese paragonabili a quelle dell’antisemitismo hitleriano, come accusava il tanto vituperato Padre Raniero Cantalamessa. Che cosa si può dire infatti di fronte a un gruppo di fedeli che si vede costretto a rinunciare alla processione pasquale perché il priore si è ritrovata l’abitazione crivellata da colpi di fucile sparati da misteriosi cecchini?
Questo fatto non è avvenuto né in Nigeria né in altra nazione soffocata da conflitti religiosi, bensì a Sant’Onofrio provincia di Vibo Valentia, in una regione come la Calabria nota per religiosità della popolazione. A dire il vero gli autori di questo gesto criminale non sono tanto misteriosi: in quel paese andava tutto bene “fin quando il vescovo di Mileto, Luigi Renzo, ha deciso di far girare per le parrocchie della provincia un "direttorio", un regolamento interno, per le "buone pratiche" nelle manifestazioni pubbliche. E tra le "raccomandazioni" del vescovo proprio quella di tenere lontane dalle processioni le "persone discusse". Un'indicazione seguita dal parroco don Franco Fragalà e dal priore della confraternita che si occupa del sorteggio dei nomi dei portatori, Michele Virdò. Un elenco che non è piaciuto ai boss” (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/05/news/ndrangheta_processione_pasqua-3135498/). La colpa quindi è ben chiara: l’invito a escludere i pezzi grossi dell’Ndrangheta, che notoriamente si ritengono delle persone pie e timorate di Dio.
Il Vaticano avrebbe tutto l’interesse a diffondere questa notizia urbi et orbi, non solo per esaltare il coraggio degli ecclesiastici coinvolti e non farli sentire isolati, ma anche per dimostrare che la Chiesa non è solo quell’apparato affaristico che molti anticlericali rappresentano; anzi, è dalla parte della giustizia contro l’oppressione criminale, anche quella espressione della potenza mafiosa. Con un po’ di cinismo, si può affermare che non c’era spot migliore per redimersi in qualche modo rispetto alle accuse sulla copertura e l’insabbiamento dei casi di pedofilia commessi dai membri del clero per il mondo.
Evidentemente in Vaticano hanno preferito non approfittare di quest’opportunità, perché si è evitato qualsiasi riferimento. Durante la cerimonia pasquale, sconvolgendo il rito tradizionale (e poi dicono che Ratzinger è un conservatore!) prima del messaggio del Papa è intervenuto il Cardinale Sodano: “Tutta la Chiesa è con lei. Il popolo di Dio non si lascia impressionare dal chiacchiericcio del momento, dalle prove che talora vengono a colpire la comunità dei credenti”. A parte il buon gusto discutibile di consolare il Papa sul fatto che i fedeli, nonostante tutto, gli vogliono ancora bene, forse a Sant’Oforno potrebbero ricordare a Sodano che alcuni cristiani vengono ‘colpiti’ nel vero senso del termine, e non da chiacchiere. Del resto bisogna capirlo: uno come lui, che è stato imperturbabile nunzio apostolico nel Cile di Pinochet, difficilmente si fa impressionare da qualche pallottola sui muri.
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