Sul sito del Fatto Quotidiano è scoppiata una polemica tra Maurizio Pallante e Michele Dotti, portata avanti attraverso i rispetti blog. Tutto è partito dalla proposta di Dotti di creare un partito del 'buon senso e dell'onestà'; così spiega:
"Io conosco un’Italia diversa, che incontro nel mio impegno di solidarietà per il Burkina Faso, nelle tante associazioni che si battono per la difesa del territorio, per un’economia etica, per l’efficienza energetica, per la dignità dei disabili, la formazione a una cultura del rispetto e dell’accoglienza.
E vedo un’Italia diversa da quella che raccontano i telegiornali, fatta di impegno, di dedizione, di professionalità nel cercare di creare nei fatti pezzi di un mondo migliore".
Pallante ha replicato, secondo me a ragione, che buon senso e onestà non sono sufficienti per creare un partito, e che anzi ritenersi unici depositari di queste virtà sarebbe un atto decisamente presuntuoso. Tale accusa è invece rimbalzata su Pallante, anche per opera di persone come Davide Bono, che ha visto del 'livore' nelle parole dell'esponente del Movimento per la decrescita felice (non trova invece nulla di strano quando il suo non-leader Beppe Grillo invita ad andare affanculo chi non si unisce alle sue iniziative).
Personalmente condivido la posizione di Pallante, ma andrei anche oltre: non solo non bastano buon senso e onestà, ma neppure la dedizione, occorrono invece progetti e idee. Anche quel mondo del non profit descritto da Dotti spesso non è esente da ombre, perché guidato da logiche caritatevoli e paternaliste che non permettono di mettere in luce le reali problematiche politiche. Se pensassimo veramente che la politica si facesse con buon senso, onestà e un po' di impegno, proporremmo solamente una versione più ragionevole del Movimento dell'uomo qualunque di Giannini o della Lega delle origini.
Diverso sarebbe se molti soggetti del volontariato e della società civile formassero una costituente per la realizzazione di un nuovo progetto politico. Sono convinto che l'unica salvezza per la Sinistra sarebbe smantellarla per rifarla da capo, creando una federazione di soggetti che si riconoscano in determinati valori e azzerando la sua dirigenza: ricreare partiti (neo)socialisti ripartenda dall'atto di fondazione. Ma perché, si chiedono in molti, rimanere ancorati a questa visione destra-sinistra quando, Grillo e Dotti docet, si può essere 'avanti'?
Forse proprio per non farsi fagocitare da logiche ispirate solo ai buoni sentimenti e al 'buon senso'.
Nessun commento:
Posta un commento