Ieri, mentre ero dal giornalio, commentando la vicenda della povera Sarah Scazzi una persona si chideva se lo zio andasse torturato o impiccato, mostrando un'indignazione secondo me completamente fuori luogo, qui in Italia.
Intendiamoci, Michele Misseri deve ricevere la giusta condanna attraverso un processo equo, ma ha il diritto a non subire che questa società gli faccia la morale, perché non ne ha proprio i titoli. Siamo la società con la sensibilità da far invidia a un elefante, capace di comunicare alla madre il ritrovamente del cadavere di una figlia in diretta TV, dove un famoso e stimato presentatore, impressionato dal decolté di una scrittrice, può chiedere al cameraman di fare un bel primo piano. Abbiamo il capo di governo che si vanta di andare a mignotte e sostiene che le donne siano 'un dono fatto agli uomini', e che per sminuire il valore di una donna racconta barzellette sulla sua bruttezza. Siamo il paese dove i sei canali televisi nazionali trasmettono l'idea di un genere femminile stupido, sottomesso e desideroso solo di farsi montare da qualche maschio. Dove secondo la Cassazione non si può parlare di stupro se la vittima porta i jeans.
A fronte di tutto ciò, la difesa di Misseri dovrebbe invocare come un'attenuante i sentimenti morbosi provati nei confronti della nipote quindicenne. Quando ciò sarà un'aggravante, allora vivremo in una società diversa.
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