Che Oliviero Diliberto fosse un comunista machiavellico lo sapevamo già, basti pensare al sostegno accordato al governo D'Alema per la guerra in Kosovo (che creò la frattura con Rifondazione Comunista e la nascita del PDCI), oppure alla strenua difesa della Repubblica Popolare Cinese come stato 'socialista', un sostegno ricambiato dal governo di Pechino con la promozione di Diliberto nello staff di docenti universitari incaricati di riformare il codice civile cinese.
Eppure, malgrado questi precedenti, non pensavamo certo che potesse infrangere certi limiti di schiettezza, come ha fatto invece nell'intervista rilasciata a Luca Telese pubblicata ieri sul Fatto Quotidiano.
Quando Telese gli chiede tre ragioni per cui votare la Federazione della Sinistra (FdS) invece del PD, il leader maximo italiano ha le idee ben chiare: "Perché stiamo con gli operai, e non con Marchionne. Perché difendiamo la scuola pubblica, e non quella privata come gli ex del Ppi. Perché siamo contro la guerra (qualche passo in avanti dal 1999, n.d.r.)".
Tuttavia, questa frase chiuede un'intervista dove Diliberto delineava una sinistra radicale ancella fedele del centro-sinistra. Pur escludendo orgogliosamente di inserire dei candidati direttamente nelle liste del PD (come hanno fatto i Radicali), propone un apparentamento nella coalizione del nuovo Ulivo in modo "che tutta la federazione otterrebbe 21 seggi. Grazie al premio di maggioranza che viene diviso anche con il primo partito che non raggiunge il 4%". Furbo il compagno.
A quel punto però, una volta sostenuti dal PD, bisogna fare i seri ed evitare intemperanze rivoluzionarie, perché "i partiti comunisti che conosco io operano nella realtà. Quindi, se ci si allea con il centrosinistra, si vota la fiducia". La fiducia al governo che, come ha dichiarato pubblicamente Letta jr senza ricevere smentite dai vertici del suo partito, dovrà attuare il programma indicato da Draghi e Trichet nella famosa lettera a Berlusconi, che notoriamente prevede misure draconiane contro i lavoratori e privatizzazioni a raffica.
Viste le premesse, allora tanto vale votare direttamente per il PD.
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