Che la sanità sia presa di mira quando si parla di tagli di bilancio non è certo una novità. Quel che mi lascia sempre interdetto, quando sento parlare di soppressione delle prestazioni non necessarie, di eliminazione di enti inutili e soprattutto di recupero di somme evase dal fisco, è che se ne parla sempre come di ricette applicabili da subito, dando quindi implicitamente per scontato che esistono inadempienze, inefficienze e addirittura illegalità alla luce del sole che vengono tollerate per qualche strana ragione. Forse non così 'strana', dal momento che le logiche clientelari hanno sempre strizzato l'occhio agli opportunismi della politica.
Anche le sforbiciate alle tasse si possono basare su presupposti clientelari, specialmente se il proprio partito registra un brusco crollo di consensi. Nella vittoria alle ultime elezioni europee, si parlò molto dell'effetto provocato dagli 80 euro in più in busta paga, un provvedimento tutto sommato più di 'sinistra' e comunque molto meno oneroso per le casse dello stato.
Durante la crisi greca, Padoan e Renzi hanno insistito a più riprese sulla solidità dei conti pubblici italiani, proprio nel momento in cui il debito pubblico raggiungeva il massimo storico. Del resto, anche qualsiasi cosa faccia Renzi deve per forza essere 'storica', non può accontentarsi di una manovra economica 'normale' che non 'cambia l'Italia'. In un momento delicatissimo, si sceglie sostanzialmente per un salto nel buio, non sappiamo se con o senza l'approvazione dei potentati europei (leggi Germania) e della varie troike. Quel che è certo è che bisogna stare pronti ad atterraggi poco morbidi e, qualora capiti una fila ai bancomat, occorre rimanere pazienti ed essere pronti a farne un'abitudine.
Nessun commento:
Posta un commento